“Ammirevoli”

20 Lug

ragione-stronzi

Ci mancava quest’altra presa per i fondelli! Adesso è la volta della – diciamo pure <miracolosa>, per non dire la verità, indiscutibile ma indicibile – <assoluzione> del delinquente abituale condannato definitivamente [del resto si usa far rientrare nei <miracoli> l’illusione non verificabile di raggiri reali]. Dunque il Kapone <commosso> ha perfino osato dichiarare adesso che i pm sono per la maggior parte <ammirevoli> per <il rigore e l’equilibrio> dimostrato: ci puoi giurare! C’è solo da sperare che la cassazione venga chiamata in causa e faccia un altro … scherzo al delinquente abituale.

L’avv. Franco Coppi è stato chiamato per la specifica causa d’appello, dato che anche Ghedini e Longo erano impediti perché incriminati per un altro processo connesso [e il curriculum di Coppi è di tutto riguardo al proposito, dopo essere riuscito ad allungare la brodaglia dei tempi fino a far prosciogliere per decorrenza dei termini l’imputato per mafia Andreotti Giulio ― sì che la di lui assistente fascista avv. Giulia Bongiorno telefonò esultante all’ectoplasma di Belzebù gridando nell’apparecchio : <Assolto, assolto, Presidente abbiamo vinto, lo hanno assolto>: il che non era vero perché la sentenza riconobbe il ruolo mafioso di Andreotti ma non poté condannarlo per decorrenza dei termini, essendo caduto in prescrizione il solo reato, che dunque rimaneva tale per sempre].

Tornando dunque all’appello di Berlusconi e al ruolo di Coppi – che doveva mostrarsi arrogantemente protervo nei confronti dell’anziano povero pm Piero De Petris, il quale aveva chiesto la conferma della condanna irrogata in primo grado su richiesta di Ilda Boccassini, per prostituzione minorile (e non per prostituzione in generale, dato che, pur senza rilievo penale, il <“sistema prostitutivo” di villa san Martino ad Arcore>, accertato con moltissime testimonianze e prove implicite, è servito solo per argomentare i veri reati nascosti dietro la carica istituzionale del Kapone – appunto la “prostituzione minorile”e la “concussione”). Precisamente la concussione per costrizione, che <implica la prospettazione di un male ingiusto alla vittima che, però rimane libera di aderire alle richieste o di subire il male minacciato, ponendolo di fronte all’alternativa di accettarlo o evitarlo con l’indebita promessa, quindi è sufficiente per la coartazione della volontà del privato che essa non si sia liberamente formata a causa della condotta del pubblico ufficiale> [Cass. vi, 5.2.1996]; ma anche la concussione in generale (art. 317 c.p) prevede che <l’induzione la quale consiste nell’utilizzo, da parte del soggetto attivo di mezzi suggestivi idonei a generare nell’animo della vittima il convincimento che è essa stessa ad offrire l’illecita utilità e non lui ad imporla> [Cass. vi, 29.11. 1998], <attraverso l’attività dialettica del pubblico ufficiale ed anche mediante la frode e l’inganno>.

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Dunque Coppi, con una supposta superiorità spocchiosa da <principe-del-foro>, ha dileggiato il buon anziano pm dell’Appello asserendo che le argomentazioni di costui erano infondate e risibili: De Petris aveva azzardato sostenere che il <presidente del consiglio è un pubblico ufficiale> e che la storiella della <nipote-di-Mubarakh> era una menzogna, e insieme alla di lei minore età erano fatti ben noti al Kapone ― ma tutti “a sua insaputa”, ante litteram. Tutto ciò Coppi l’ha inzeppato nella sua arringa, argomentando il suo pre-ammirevole intervento pur di ottenere un <consenso> purché non informato, come si suol dire <in punta di diritto> ––– avrebbe fatto meglio a usare un modo di dire con un paragone gastroeronomico; <in punta di coltello e pisello>, giacché di ciò si ha urgenza ora di trattare. Alcuni comunisti coscienti sanno bene – e noi con loro – che la forza della classe dominante è tale per cui a nostro scorno i potenti fanno tutto quel che vogliono, a loro pieno arbitrio. C’è poco o quasi niente da fare. Ciononostante sottoscriviamo e ripetiamo – quanto meno, pur sapendo di non riuscire neanche a sperare di ottenere alcunché – il pensiero di Stanisŀaw Leč: “Non vogliate essere originali a tutti i costi. Anche se già prima di voi altri hanno detto di un autentico furfante: “Mascalzone!” – ripetetelo”.

Questi che seguono, sono due o tre punti semplici e dirimenti:

― Preliminarmente, si è dianzi rammentata la rozza irrisione di Coppi verso il pm De Petris, perché costui ha pensato … addirittura che un presidente del consiglio dei ministri di stato sia un pubblico ufficiale, mentre per il <principe del … buco> lo sono sì professori e maestri, vigili urbani e via esercitando le proprie funzioni, ma non … il presidente del consiglio: il quale se telefona a un <amico>, che guarda caso è proprio un altro pubblico ufficiale della questura nelle sue funzioni, solo per chiedergli un’informazione sul fermo di una povera-ragazza-che-Lui-vuole-aiutare e giammai per “coartare la volontà” del pubblico ufficiale in servizio, destinatario della <telefonata di cortesia del presidente del consiglio>, il quale verosimilmente neppure conosce l’ufficiale della questura, e neppure percondizionarla affinché essa “sia liberamente formata” senza interferenze esterne causate dall’intervento del Dominus: ma, Coppi & compari, inventatevi un’altra scusa!

― Si può sollecitare che un maggiorenne qualificato [“formalmente” lo era anche Nicole Minetti, in quanto consigliere-regionale-igienista-mentale-del-kapo gratificata nello sconcio listino verzè-formigoniano] chieda l’affidamento per prendere in consegna una persona fermata dalla polizia soltanto se quella persona sia minorenne, altrimenti il decorso del fermo di polizia dovrebbe andare avanti usualmente. Quindi che il Kapone si sia precipitato a mettere in moto Minetti, ha come unica motivazione che Lui sapesse benissimo della minore età della marocchina Karima el Marough: così come pure che non c’entrava proprio niente la ridicola scusa di essere <la-nipote-di-Mubarakh>, invenzione che ha fatto ridere tutto il pianeta (… e anche gli extraterrestri), tranne i beati idioti che hanno obbedito (creduto?‼?) alla frottola berluskoide votando compatti per il Kapone, così mettendo ripetutamente in ridicolo il parlamento. Tale menzogna è poi servita anche per coprire con un falso burlesque il vero berlusque del suo “sistema prostitutivo” generale, di cui si è detto. La sola persona responsabile che quella sera stava in servizio in questura era il magistrato per il tribunale dei minori, Annamaria Fiorillo, che si era <permessa di contestare le dichiarazioni che calpestano la verità> (parola anche di Maroni …) sulle vicende relative all’affidamento di Karima-Ruby, riguardanti la polizia. La pm Fiorillo aveva denunciato l’“aggiramento” delle sue disposizioni (nessun “accordo”) di effettuare cioè “fotosegnalamento e affidamento in comunità protetta della minore” suddetta, e, in “eventuale mancanza di posti, trattenere in questura la ragazza fino al mattino successivo”. La rigorosa Fiorillo disse di sé di essere Nefertiti … se Ruby fosse stata nipote di Mubarakh! Ma anche Fiorillo è stata ignorata con disprezzo dal pre-ammirevole Coppi.

― Nell’àmbito del gran casino scoppiato in questura quella sera di maggio rientra, ovviamente, la farsa della <concussione> cancellata dalla corte di appello in séguito alla sfrontatezza di Coppi rispetto al meticoloso esame fornito dal pm De Petris dell’appello; e si ricordi che l’aumento di un anno (da 6 a 7 rispetto alle richieste di Boccassini e Sangermano, con la conseguente interdizione perpetua dai pubblici uffici) è stato disposto dai giudici che hanno individuato nella concussione stessa la costrizione oltre non solo alla semplice induzione. Invece il pubblico ufficiale, certo Ostuni, contattato da Berlusconi, non solo non si è sentito <costretto> ma addirittura ha negato perfino di essere stato <indotto> alla semplice concussione – che prevede quanto meno che il soggetto attivo (in questo caso l’allora presidente del consiglio Berlusconi) si avvalga di mezzi suggestivi capaci di provocare nel destinatario (cioè in Ostuni) il convincimento che sia oggettivamente la concussione stessa a rappresentare l’atto illecito e non “quello” il delinquente ad indurla. Sì che Ostuni ha tuttavia ammesso di aver agito così per “timore reverenziale”: ma che cosa vuol dire? cercane un’altra! Se non significa nulla, com’è, rimane da intendere solo che una qualsiasi concussione – almeno indotta ma più evidentemente imposta con costrizione – non c’è stata. Naturalmente Coppi ha gioito stupendosi al punto di pensare <troppa-grazia-sant’Antonio> (… o san Martino) per essere giunto “al di là delle più rosee aspettative”.

 

––– Quindi, fortificato dall’inatteso esito della sentenza d’appello che ha cancellato del tutto il reato di concussione, “non ci resta che piangere” in attesa – tra mesi e mesi – della cassazione. Ma senza alcuna fiducia: dati gli in\viluppi della pseudo giustizia; restiamo delle idee espresse con realismo e rassegnazione, da Gianfranco Ciabatti fin dal 1988: che il magistrato o il giudice che entri in conflitto con il potere della classe dominante (statale o mafioso, fa lo stesso), se non cambia obiettivi, per restare vivo o dismette la toga e prosegue la lotta con altri mezzi, politici e non meramente giuridici … formali <in punta di diritto>, o è morto!

Di cadaveri diretti o trasversali se ne contano a bizzeffe: quindi vorremmo ricordare queste tragedie, senza fare i nomi dei tanti morti, ai vari Boccassini, Fiorillo, Di Matteo, Patrizia Todisco di Taranto, e via Ingroiando, per notare che i segnali da tutti loro – ancora in servizio o no – ricevuti direttamente, o per ora solo percepiti allusivamente, sono tetri preoccupanti e minacciosi avvertimenti in perfetto stile “mafioso”, che il potere borghese dominante in ogni veste non lesina a nessuno, chiamando eventualmente comunista anche un qualsiasi sedicente “oppositore” che non lo sia ― Anche Travaglio. Perfino “Mario Pio” Renzi, “compagnuccio della parrocchietta”.

Ma ciò che “inaspettatamente” – per chi non conosca l’idiozia (in senso letteralmente etimologico) che i berluskoidi esibiscono a ogni istante – è di nuovo emersa con il loro mischiare le carte in tavola. Anche se c’è assai poco da sperare nel giudizio della cassazione sul processo detto Ruby1\Boccassini, tuttavia è bene attenderlo, e aspettare anche le sentenze dei cosiddetti Ruby2 e Ruby3 dove sono stati condannati Fede, Mora, Minetti per favoreggiamento della prostituzione e incriminati anche gli avvocati difensori del Kapone per aver indotto a rendere falsa testimonianza le tante ragazze-del-banana [“ma ‘ndo vai, se la banana non ce l’hai”, cantava Alberto Sordi] in quel processo esplicitamente riconosciute come prostitute (al pari delle ragazze portate, tramite Lavitola da Tarantini a casa del Berlüska). Dunque sugli atti strettamente connessi al caso Ruby1 il giudizio di primo grado è anche concordante con quello di Boccassini e opposto a quello dell’appello (di secondo grado) emesso dagli “ammirevoli” giudici, via Coppi.

Ebbene l‘inenarrabile Brunetta è riuscito – ma è sempre lui fare simili cazzate! – a mischiare insensatamente quest’ultimo giudizio, che comunque, a parte gli altri due processi sulla prostituzione in generale, si deve intendere come provvisorio, con la sentenza della cassazione, di terzo grado, quindi definitiva, su corruzione, truffa ai danni dello stato ed evasione fiscale, per i reati commessi dal Kapone. Ma sono questi ultimi, ormai immodificabili, che hanno condotto il delinquente alla condanna principale con le pene accessorie e alla decadenza dal senato ––– va da sé però ancora mai applicate pienamente e di fatto mai scontate (con colpevole collusione del Pd, in primo luogo di Renzi che ha ricondotto al fonte battesimale il suo neonato Silviuccio). E come se n’è uscito il sordido minus essens? Rivendicando, sulla base della recente sentenza d’appello sul Ruby1, il <rimbalzo> sugli esiti del processo Fininvest\Mediaset, la <riabilitazione del delinquente>, la concessione della <piena agibilità politica> fino alla <grazia>: tutte misure a tempo debito già abbondantemente e ripetutamente negate a parole. Che minchia c’entri quel processo concluso (e peraltro sempre disatteso nella sostanza) con l’ammirevole assoluzione attuale, lo può sostenere solo Brunetta: ma è tonto?!? c’è o ci fa? certo che bene come lui non lo sa fare nessuno! (perfino il Kapo per ora preferisce sorvolare sulla … grazia). In conclusione a <quelli che Brunetta, Coppi, e via ingarbugliando ― oh yes! > e alle loro assai poco corrette minacce e molto occulte non si può rispondere con correttezza: non basta ripetere “mascalzoni” come vorrebbe educatamente Leč, ma soltanto in questo caso non resta che invocare la sguaiataggine di Grillo e gridare –––– <vaffanculooo‼!‼>

 vita-continua

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